Il trauma è osservabile del corpo, nella postura , nelle espressioni, nei volti e nelle posizioni che i corpi assumono nello spazio.
Il nostro corpo e il nostro cervello, reagiscono, elaborano e superano situazioni stressanti, talora riuscendo a riparare e a trasformarle in esperienze positive, talora lasciando attivo uno stato di allerta prolungato al quale il corpo si adatta ma che mostra i segni anche a distanza di anni. Allora le normali reazioni di rabbia e paura, possono diventare soverchianti e l’esperienza avversa può trasformarsi in un’esperienza traumatica, creando una rottura tra un prima e un dopo quell’evento. Non essere riusciti ad affrontare in modo efficace un evento negativo, risulta più traumatizzante dell’evento in sé e può lasciare nel cervello tracce del suo passaggio. Domineranno paura, insicurezza, passività e impotenza.
Nel trattamento dei pazienti traumatizzati sarà inefficace utilizzare la terapia basata solo sulla parola, senza un lavoro iniziale sul corpo e sulla sua esplorazione. Prima di ogni riflessione, sarà importante rendere il respiro fluido e regolare, imparare a sentire il corpo in tutte le sue parti, a riconoscere le sensazioni fisiche e i cambiamenti interni. Sperimentare le possibilità di movimento e conoscere i propri confini corporei. Solo dopo tutto questo la parola può riuscire a stimolare un cambiamento di credenze, di idee di sé e di comportamenti.