Alla depressione si può giungere attraverso vari canali, riguarda una molteplicità di segni sintomatici piuttosto che una malattia in sé. Si arriva alla depressione quando sono gli schemi maladattativi a guidarci poiché conducono a deprimerci.
Quando la persona apri gli occhi la mattina percepisce il non senso della sua vita. E’ faticosissimo uscire dal letto. C’è stanchezza e sfiducia verso il futuro. Non si sente la forza per affrontare un mondo che pare incombente. Il desiderio è rimanere coricati pensando: “non ce la posso fare, mando tutto al diavolo, voglio essere lasciato in pace!”.
Si dorme troppo o molto poco, ci si sente agitati e irrequieti insieme ai brutti pensieri di farla finita. Insomma questa è la sintesi del male oscuro.
Come funzionano gli schemi maladattativi? Due esempi:
Essere apprezzati è il nostro desiderio. Ma dentro pensiamo di avere poco valore. La nostra previsione é che saremo giudicati degli altri. L’attesa dei giudizi produce ansia, vergogna e fa sentire tristi poiché rimaniamo a fare i conti, con il valore che sentiamo scarso dentro di noi. Perdiamo il senso del vivere e ci deprimiamo.
Essere amati è il nostro desiderio. Abbiamo idea di meritarci poco. La previsione è che gli altri ci abbandoneranno e non saranno disponibili. Quando ci sentiamo abbandonati ci sentiamo soli e viene confermata la credenza di non essere amabili. Ci buttiamo giù e perdiamo le iniziative, rimanendo paralizzati e depressi.
Perché la depressione sia vinta bisogna andare alle radici ed è così che si previene la ricaduta. Grazie alla psicoterapia cognitiva i pazienti riconoscono gli schemi maladattativi, ciò permette loro di modificarli.
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