I sintomi dei disturbi alimentari vengono ricondotti a una grande preoccupazione per i temi della perfezione, dell’autostima e del controllo. Il controllo avviene con il monitoraggio costante di certi parametri che sono il cibo, il peso e la forma corporea. Le restrizioni dell’alimentazione determinano un aumento della sensazione di esercitare il controllo e questa sensazione in questi soggetti è connessa ad uno stato di benessere psichico. Invece la non capacità nell’esercizio del controllo diventa un importante fattore nell’insorgere di conseguenze psicologiche negative. Si può generare la credenza che un tipo di controllo assoluto e totale possa essere conseguito.
La bassa autostima e il perfezionismo e il bisogno di controllo sono le credenze più importanti nei disturbi alimentari. Le relazioni, il lavoro e la vita stessa assumono una posizione inferiore rispetto alle questioni che riguardano il peso, il cibo, la taglia, il grasso e l’alimentazione. Le costrizioni esagerate rendono le vite dei soggetti affetti da disturbi alimentari più controllabili e gestibili, poiché si sentono non capaci di controllare i rapporti personali e gli eventi. Per raggiungere la percezione del controllo confinano le loro vite dentro esperienze ridotte, focalizzandosi sull’alimentazione e sulle dimensioni del loro corpo. Dimensioni corporee e controllo dell’alimentazione all’inizio sono una fonte di attrazione a causa della sensazione di controllabilità ma finiscono per produrre esistenze isolate e insane.
Le persone affette da anoressia spaventate dalle emozioni negative, cercano delle compensazioni delle proprie sofferenze emotive esercitando controlli su peso, cibo e forma corporea. Il controllo diviene così un atteggiamento che non è solo legato al cibo ma anche agli eventi esterni, ai sentimenti interiori e alla vita. La dieta diventa così un mezzo per soddisfare le esigenze di controllare le minacce del mondo esterno.
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