Tre sono le zone di aurosal: l’aurosal ottimale, l’iperaurosal e l’ipoaurosal.
All’interno della zona ottimale dell’aurosal fluttua in maniera naturale in risposta agli stimoli ambientali e sulla base della condizione interna in un dato istante dell’individuo (come il livello di energia, il grado di fatica e di fame).
Ciascun individuo ha una ampiezza abituale relativa alla finestra di tolleranza che influenza la sua complessiva capacità di elaborare l’informazione. Le persone con un’ampia finestra sono in grado di affrontare i più grandi estremi di aurosal e riescono a elaborare l’informazione complessa e stimolante in maniera più efficace. Le persone con una finestra ristretta percepiscono le fluttuazioni come ingestibili e disregolanti. La maggior parte dei pazienti traumatizzati possiede una finestra ristretta ed è maggiormente suscettibile di divenire disregolata a causa delle normali fluttuazioni dell’aurosal.
L’ampiezza della finestra di tolleranza è direttamente collegata alla quantità di stimolazione richiesta per elicitare la “soglia di reazione”. Quando la soglia è bassa, il sistema nervoso viene attivato anche da un input molto piccolo, quando invece la soglia è elevata, è richiesto un input maggiore. Per un funzionamento ottimale, la soglia dovrebbe essere abbastanza alta così da permetterci di tollerare la complessità e la stimolazione insite nell’ambiente, sufficientemente bassa così da farci percepire i cambiamenti più fini e le novità presenti nell’ambiente.
Il terapeuta, grazie alla psicoterapia sensomotoria, aiuta i pazienti a divenire consapevoli delle loro soglie e a identificare segnali somatici di aurosal che oltrepassano la zona ottimale, ed eventualmente a espandere la soglia della loro finestra di tolleranza attraverso interventi somatici.